Disturbi dello sviluppo motorio e psicomotorio
Muoversi, correre, saltare, rotolare, strisciare sono alcuni dei movimenti che i bambini compiono quotidianamente, in modo spontaneo; attività che fanno parte di numerosi giochi tipici dell’infanzia e che in sé racchiudono competenze che contribuiscono allo sviluppo del bambino.
Alcuni bambini hanno bisogno di tempi e di supporti per acquisire attraverso il gioco abilità e competenze necessarie alla crescita. Nel gioco e nel movimento il bambino pone in relazione tra loro l’attività motoria, la sfera emotiva e quella cognitiva. La terapia psicomotoria, proprio utilizzando il gioco e l’azione come mediatori tra il bambino e l’adulto, offre al bambino stesso una stimolazione globale, che in base alle caratteristiche e alle fragilità del singolo va a sostenere lo sviluppo dell’area motoria, dell’area percettiva, dell’area emotivo-relazionale-sociale, dell’area cognitiva. La finalità dunque è quella di accompagnare il bambino nel superamento delle sue difficoltà attuali e nel suo processo di maturazione e crescita, favorendo uno sviluppo armonico della sua personalità.
Presso il centro Geode è possibile trovare:
La Terapia Neuropsicomotoria vede la sua maggior efficacia in età precoce e prescolare (0-7 anni), momento in cui l’organismo è maggiormente sensibile alle stimolazioni ambientali, intese come esperienze sensoriali, sociali e cognitive, ed è maggiormente in grado di riorganizzarsi in caso di deficit e/o immaturità. Proprio in quest’ottica, il gioco rappresenta uno strumento di stimolazione preferenziale per sostenere il processo di crescita del bambino.
Nel gioco, così come nel movimento, il bambino pone infatti in relazione tra loro l’attività motoria, la sfera emotiva, quella comunicativa e quella cognitiva. La Terapia Neuropsicomotoria, proprio utilizzando il gioco e l’azione come mediatori tra il bambino e l’adulto, offre al bambino stesso una stimolazione globale, che in base alle caratteristiche e alle fragilità del singolo va a sostenere lo sviluppo dell’area motoria, dell’area percettiva, dell’area emotivo-comportamentale, dell’area comunicativo-sociale e dell’area cognitiva, promuovendo un’integrazione delle varie competenze. Il Trattamento Neuropsicomotorio si svolge all’interno di uno spazio pensato appositamente per accogliere i bisogni dei piccoli pazienti che vi accedono ed è caratterizzato da spazi a differente valenza: in stanza di terapia si ritrovano l’angolo del saluto iniziale/finale, lo spazio destrutturato del tappeto dove svolgere attività senso-motorie, costruttive e/o simboliche, il tavolino per le attività più strutturate e lo spazio del relax e/o della rielaborazione dove viene facilitata la separazione dal vissuto sperimentato durante il gioco e il recupero della serenità emotiva.
Gli incontri di terapia sono individuali e personalizzati per ogni singolo bambino e sono basati sul progetto riabilitativo condiviso con la famiglia. L’attività della seduta non viene rigidamente prestabilita dal terapista ma segue gli interessi e le competenze del bambino, al fine di stabilire con lui un rapporto di fiducia continua, che faciliti la sperimentazione e l’apprendimento di nuove competenze.
Le sedute di terapia hanno cadenza settimanale; ogni incontro ha una durata di 45 minuti. La durata complessiva del percorso è costruita sui bisogni specifici del bambino e sulla sua evoluzione nel tempo.
Il TNPEE attua poi frequenti raccordi e promuove sinergie con gli operatori socio-sanitari ed educativi che ruotano attorno al bambino ai fini di estendere e garantire un’attenzione a tutto campo che sostenga e consolidi l’efficacia dell’intervento terapeutico-riabilitativo avviato.
Nello sviluppo delle competenze e delle diverse abilità di ciascun bambino è fondamentale considerare fisiologica una variabilità individuale; vi sono tuttavia una serie di parametri da monitorare per rilevare tempestivamente eventuali fragilità. Scopo della Valutazione Neuropsicomotoria è dunque quello di stilare un profilo psicomotorio del bambino, utile ad inquadrare le problematiche manifestate dallo stesso, e distinguere in maniera sistematica dove le difficoltà sono indice di una effettiva patologia e dove invece solo elementi tipici della variabilità fisiologica che esiste da bambino a bambino.
Si andranno a definire in maniera individualizzata potenzialità, punti di forza e aree di criticità all’interno delle aree motorio-prassica, emotivo comportamentale, comunicativo-sociale, percettiva e cognitiva, e si utilizzeranno strumenti e test standardizzati alternati a momenti di osservazione libera. La Valutazione Neuropsicomotoria non si limiterà quindi alla mera ricerca di ciò che “non funziona” ma permetterà di stilare un bilancio tra ciò che è stato acquisito dal bambino e ciò che è ancora possibile acquisire.
L’iter della valutazione neuropsicomotoria comprende di norma:
- Anamnesi: un primo incontro riservato esclusivamente ai genitori per la raccolta di tutte le informazioni necessarie per comprendere le problematiche emerse, i sintomi o i comportamenti che preoccupano;
- Valutazione: si tratta di alcune sedute, solitamente dai tre ai quattro incontri individuali con il bambino, durante le quali il Terapista della Neuro e Psicomotricità alterna momenti di osservazione del comportamento e del gioco spontaneo del bambino a proposte più strutturate, in cui somministra test standardizzati per l’analisi delle specifiche competenze che sono oggetto di valutazione. A seconda dell’età e/o delle difficoltà manifestate dal bambino, tale fase può prevedere la presenza del genitore in stanza e la somministrazione di questionari ai caregivers
- Restituzione: un incontro finale riservato esclusivamente ai genitori. È il momento in cui il Terapista della Neuro e Psicomotricità espone quanto emerso dalla valutazione, consegna ai genitori una relazione contenente le osservazioni effettuate e gli esisti dei test somministrati, risponde ai quesiti della famiglia e propone, se necessario, un percorso di Trattamento Neuropsicomotorio, condividendone gli obiettivi e definendone modalità e frequenza delle sedute.
Cos’è il Metodo S.a.M. e quali sono i suoi obiettivi
Il Metodo S.a.M. è un intervento riabilitativo che interviene sulle capacità individuali di costruire mappe spaziali e di utilizzarle in modo adeguato nelle attività della vita quotidiana. Allo stesso modo permette di esercitare e perfezionare le funzioni esecutive del soggetto, ovvero quell’insieme di abilità che rendono l’individuo capace di assumere un comportamento indipendente, intenzionale ed utile.
A chi si applica il metodo S.a.M.
L’intervento riabilitativo è indicato per persone che presentano difficoltà di pianificazione del movimento intenzionale nello spazio, di creazione e utilizzo delle immagini mentali e di uso delle informazioni spaziali nelle diverse attività della vita quotidiana. Gli operatori della riabilitazione che applicano il Metodo possono rilevare tali difficoltà in molte situazioni. Difficoltà spaziali ai diversi livelli sono ad esempio presenti in bambini con disprassia, disgrafia e deficit delle funzioni esecutive.
Metodologia del modello riabilitativo
Il progetto riabilitativo individualizzato si compone di una fase valutativa, volta alla definizione delle difficoltà principali del soggetto, e dalla conseguente attuazione di un programma riabilitativo finalizzato al raggiungimento di obiettivi prefissati.
Esiste un setting specifico per la strutturazione delle sedute e diverse categorie di esercizi con la loro applicazione pratica.
Partendo dall’esperienza concreta del corpo in movimento, si facilita progressivamente la costruzione da parte dell’individuo dei diversi spazi (personale, peri-personale ed extra-personale), i quali rappresentano il teatro della conoscenza.
Le informazioni usate sono quelle propriocettive, vestibolari e tattili, le quali vengono progressivamente integrate con le informazioni provenienti dal portale visivo, informazioni queste ultime fondamentali per la rappresentazione del mondo. L’integrazione multimodale fra lo spazio motorio e quello visivo è un punto fondamentale del metodo; essa si realizza attraverso tecniche che sfruttano diverse tipologie di apprendimento: dall’apprendimento senza errore o per imitazione, attraverso i neuroni specchio, fino a modalità metacognitive.
La Terapia Neuropsicomotoria si rivolge in maniera privilegiata a bambini in età compresa tra 0 e 7 anni che in generale possono presentare:
- ritardi psicomotori
- ritardi mentali
- disturbo della sfera relazionale-sociale (autismo, disturbo dello spettro autistico, alterazione dello sviluppo psicologico…
- disturbi emotivo-comportamentali (disturbo della condotta, disturbo dell’attaccamento, inibizione psicomotoria…)
- disturbi della funzione motoria (disprassia, disgrafia…)
- disturbi neuropsicologici (disturbo dell’attenzione, iperattività, deficit visuo-spaziale…)
- disturbi sensoriali (cecità, ipovisione, sordità)